martedì 21 gennaio 2020

UNA FRANCESCANA ECCEZIONALE

UNA FRANCESCANA ECCEZIONALE
Chi ha conosciuto Olimpia Sgherri, sa bene di essersi trovato dinanzi ad una donna eccezionale, rapita dell’Amore di Dio e per questo votata totalmente all’Amore verso il prossimo.
L’eccezionalità spesso si coniuga con una vita che, ai più, appare di non facile comprensione. Olimpia era una persona che sembrava essere uscita dal libro dei Fioretti di San Francesco, di cui era Figlia spirituale. Una vita surreale, che oltrepassava la dimensione della realtà, evocando aspetti profondi dell’anima, o per usare un altro termine usato del campo dell’arte naif come pochi hanno saputo essere, comprensibile solo se ricondotta all’esperienza spirituale nell’alveo francescano. Una sorta di Frate Ginepro dei tempi moderni.

Ho conosciuto Olimpia in due distinti momenti della mia vita, che potrei distinguere in prima e dopo il mio sacerdozio.
Prima, come giovane in ricerca vocazionale, dove Olimpia mi guidava su strade di scelte definitive e quanto mai ardue, la seconda come Assistente dell’OFS di Livorno e come suo confessore.
Si potrebbe o forse meglio dire, si dovrebbe scrivere un intero libro sulla sua vita, io mi limiterò a due ricordi in particolare che ci ricordano la vita e dimensione spirituale di Olimpia.
a)    Eravamo negli anni ottanta e la Chiesa cominciava ad aprirsi alla nuove sfide del mondo contemporaneo. Olimpia volava già molto in alto. Chiese e ottenne dopo tante sollecitazioni di poter permettere che un bambino, con grave handicap psico-motorio, potesse ricevere la prima Comunione come i suoi coetanei. Non voleva che fosse negato a nessuno di poter incontrare Gesù Eucaristico. Che lungimiranza e che carità la animavano!
b)    La vita di Carità, altro capitolo fondamentale della sua vita, una sorta di Madre Teresa trapiantata a Livorno.
Anche qui un episodio da fioretti, che ho vissuto insieme a lei, passando tutta la notte bussando a tante porte, per cercare di far dormire una giovane ragazza, porte che regolarmente non si aprivano e che avrebbe scoraggiato qualsiasi persona ma non Olimpia.
Più tardi quell’episodio vissuto con Olimpia mi ritornò a mente leggendo l’episodio di san Francesco e di Frate Leone conosciuto come “la perfetta Letizia”.
Due piccoli fiori ci cui sono stato testimone. Grazie Olimpia della tua serafica semplicità ed del tuo ardente e dolce amore per Gesù e per la sua Chiesa Livornese.
                                                                                Padre Gabriele


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