sabato 3 ottobre 2015

RICORDO DI OLIMPIA “Sono viva come mai lo sono stata”

Mi è stato detto: "Scrivi qualcosa su Olimpia Sgherri, parrocchiana da anni di S. Sebastiano, tu che l'hai conosciuta già in Trentino, in Val di Non, quando con il P. Luigi Rusnati ha accompagnato un gruppo di giovani per un ritiro spirituale, in mezzo ad alti monti, che invitano a guardare a Dio che è al di sopra dei monti e dei cieli e che "i cieli dei cieli non possono contenere", come disse Salomone nella preghiera di inaugurazione del tempio di Gerusalemme.
Olimpia è infatti deceduta il giorno 11febbraio, festa di Maria SS.ma di Lourdes, chiamata dalla Madonna proprio in una delle sue feste più popolari, propria di chi, come lei, ha amato Maria con la semplicità del popolo che nel rosario ha trovato il modo più semplice di onorare Dio per mezzo di Maria: Anche il suo funerale, nella sua chiesa di S. Sebastiano, è avvenuto accanto alla piccola cappella della Madonna di Loreto, luogo di preghiera silenziosa per i lunghi anni della sua vita, dove ha potuto parlare alla Madre della Chiesa cuore a cuore, come una figlia parla alla propria mamma.
Ho accolto l'invito e mi è sembrato logico intessere come un colloquio con Olimpia, anche per dire non quello che tutti conoscono della sua vita, vista dall'esterno, con tutte le sue opere di carità, quanto invece quanto il Signore Gesù Cristo ha operato usando di lei come un ministro, uno cioè che agisce nel nome di un altro.
Le ho detto, con la confidenza con la quale eravamo soliti parlare: Olimpia; adesso che sei morta nel corpo, che hai vissuto il passaggio ad altra vita, come vedi la sorte umana.
Ma che dici? Ma che morta? Ma non sai che io sono viva, come mai sono stata nel mondo, dove tu sei ancora, adesso,  proprio adesso vivo, e sento di doverti dire quanto Dio per mezzo di 'me;povera donna; piccola e ignorante, ha operato, servendosi di me, nonostante i miei limiti, le mie mancanze, i miei dubbi, e non farmi dire di più ...
Olimpia, ma dimmi un poco quello che Dio ti ha spinto a fare, perché ti sei tanto occupata dei più disgraziati, dei malati, degli handicappati, dei prigionieri, dei miserabili, dei moribondi, vicini ormai alla fine della vita in questo mondo.
Padre, tu mi costringi a rivelare il mio grande amore; vedi, io  non ho cercato di aiutare i fratelli nel dolore, per la sola compassione umana, no! Non mi sarebbe bastato, no! Il mio Signore, Gesù Cristo, mi ha chiamato a consacrarmi tutta a lui, mi ha conquistato, mi ha amato, mi ha abbagliato col suo amore, e perciò, vedi, come si fa a resistere ad un tale amore? Allora ho ricordato un brano delle lettera di S. Giovanni evangelista, dove dice: "Se uno dice 'io amo Dio' e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il suo fratello che vede; non 'può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio ami anche il suo fratello". Questo mi ha dato la forza di amare gli uomini, servendo in essi il mio Signore, il mio Amore.
Olimpia, non tenermi sulle spine, cos'è che ti ha spinto verso le persone più disagiate?
Ti prego, non fare lo gnorri, che hai ben capito. Quando ti senti amato da lui, dal Cristo, conoscendo che per te, per me, per tutti, è morto in croce, come si fa a non amarlo, come rispondere all'Amore se non con l'amore; se Dio non si può vedere, si può però amare chi è stato creato a immagine di Dio, l'uomo; ho scoperto che potevo amare il mio Dio, amando l'uomo, soprattutto l'uomo più debole e più abbandonato.
Ah, adesso ho capito perché sei stata in aiuto ai baraccati, ai malati di aids, ai moribondi, ai perseguitati dal demonio; ecco la vera forza che avevi dentro, era Dio che ti diceva: "Amami nei miei figli uomini".
Finalmente hai capito; sei furbo però, mi hai portato a rivelare il mio grande segreto, il mio grande amore; ma ormai non importa più, "tutto ormai deve essere predicato sui tetti".
A proposito, cos' è che ti ha spinto a portarmi con insistenza presso i malati terminali, in varie circostanze, col santo olio degli infermi, per dare il sacramento dell'Unzione degli Infermi a giovani in percolo di morte, a persone che hanno tentato il suicidio?
Tu sei proprio un provocatore! Cristo li voleva salvi, li voleva ancora in questo mondo, perché la loro missione non era compiuta nel mondo; che dovevo fare? L'amore per Dio e per i figli di Dio, gli uomini e le donne, mi pressava a rendere possibile il piano di Dio, e tu che potevi fare, se non rispondere al comando del Signore che vuole la salvezza di tutti, è il tuo compito no?
Ma chi ti ha fatto capire che proprio l'Unzione degli Infermi è il sacramento della guarigione dell'anima e spesso anche del corpo?
Ma sei proprio tu a chiedermi una cosa simile?! Mi costringi a testimoniare che io stessa ho potuto verificare il beneficio di tale sacramento. Anni fa ero distrutta da un'influenza , restia a ogni farmaco, dopo vari giorni ti chiesi di amministrarmi l'Unzione, per ispirazione della Madonna, tu venisti, me la amministrasti e nel giro di pochi giorni recuperai la perfetta salute. E allora, come non pensare che era un dono per tutti i malati, soprattutto per i casi senza speranza?
Grazie, Olimpia, prega per noi, per i tuoi poveri, per la conversione dei peccatori, e per me, povero prete. Caro padre, io pregherò, ma tu che sei ancora nel mondo, datti da fare per la salvezza delle anime!
P. G.B. Damioli, barnabita

Nessun commento:

Posta un commento